Ingresso 10 Euro
info 0541 608369
Si inizia con le Danze rumene di Béla Bartók, da lui composte nel 1915, dieci anni dopo aver iniziato un viaggio nei villaggi e nelle comunità popolari ungheresi, rumene e transilvaniche, un viaggio che pose le basi stesse della moderna etnomusicologia, perché il musicista non volle affatto filtrare la musica popolare che andava cercando con la sua esperienza corta, ma voleva documentarla oggettivamente, e per farlo si era dotato di una sorta di prototipo di registratore.
Le sue Danze rumene, originariamente per pianoforte, sono state poi da lui stesso trascritte per violino e pianoforte e per orchestra da camera: la rilettura timbrica del nostro trio si innesca quindi in una tradizione di ristrumentazione inaugurata dall'Autore stesso, divenendo anzi "più realista del re" in quanto anche solo il timbro della fisarmonica ci avvicina ad un clima popolare e il suono un po' misterioso del sax viene ad assomigliare a taluni strumenti a fiato popolari.
A sottolineare l'adesione alla tradizione popolare, la terza e la quarta danza sono precedute e introdotte da due improvvisazioni su scale modali e su melodizzari tradizionali, come se il brano bartokiano fosse poi il coagulo finale di andamenti liberi e cadenzali di chiaro sapore orientale.
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